“l’arte più potente della vita è fare del dolore un talismano che cura. Una farfalla rinasce, fiorita in una festa di colori.”
Frida Kahlo
Quando si parla di dolore che cura e che porta ispirazione non si può non parlare di lei: Frida Kahlo, la pittrice latinoamericana più celebre del XX secolo.
L’opera di Frida affonda le proprie radici nelle sue esperienze di vita e nelle sofferenze patite, questa splendida artista ha saputo trasformare la sua sventura e le avversità che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza in una produzione artistica eccezionale.
Ricorda così l’incidente che cambiò per sempre la sua vita: «Salii sull’autobus con Alejandro.. Poco dopo, l’autobus e un treno della linea di Xochimilco si urtarono… Fu uno strano scontro; non violento, ma sordo, lento e massacrò tutti. Me più degli altri. È falso dire che ci si rende conto dell’urto, falso dire che si piange. Non versai alcuna lacrima. L’urto ci trascinò in avanti e il corrimano mi attraversò come la spada il toro».
E fu proprio in seguito a questo terrificante avvenimento, durante la lunga e dolorosa convalescenza, che Frida incominciò a dedicarsi alla pittura.
Rappresentò nei suoi dipinti l’immenso dolore interiore provocatole dai numerosi interventi ed in seguito dai continui tradimenti del marito Diego Rivera.
Frida è stata in grado di trasformare il limite in opportunità ed “il dolore in un talismano che cura”.
LA TRASFORMAZIONE DEL DOLORE E L’ISPIRAZIONE
Chiunque abbia attraversato nella vita un periodo più o meno lungo di tormento emotivo o di sofferenza fisica può essersi domandato a cosa servisse tanto male e se non esistesse una strada più facile o un modo più semplice per superare quel momento.
D’altra parte, quasi sempre, quando dopo la tempesta arriva la quiete e finalmente riusciamo ad uscire da quello stato di infelicità profonda o di dolore fisico in cui ci troviamo, ci rendiamo conto che qualcosa in noi è cambiato, un po’ come se, attraverso quella ferita che la vita ci ha inferto, fosse entrata la luce.
Questo accade perché, per quanto ci sembri strano, è proprio nei momenti in cui siamo immersi nell’oscurità che abbiamo la possibilità di comprendere e vedere cose di noi stessi, che altrimenti non avremmo mai scoperto.
Infatti è nei momenti di difficoltà, di sconforto e di abbattimento che riusciamo a crescere, ad attivare la capacità fisica e psicologica di accettare il dolore e ad usarlo per rigenerarci e autoripararci.
Nello stesso momento in cui si tocca il fondo si dà il via alla risalita con quella spinta vitale e propulsiva che ha dato spesso origine alle più grandi azioni ed ispirazioni del genere umano.
Ti sei mai domandato perché i più illustri artisti abbiano realizzato le loro più grandi opere in momenti di estrema sofferenza?
La creatività nasce dalla parte più profonda del nostro essere ed è strettamente connessa alle nostre sensazioni più profonde ed intense, tra cui il dolore.
Accettare e conoscere il proprio dolore implica una forte sintonia con i propri sentimenti più intimi: attraverso questa connessione è possibile dare sfogo al proprio talento e creare cose meravigliose.
Proprio come ha fatto la nostra allieva Francesca Gifra che è riuscita a trasferire nel suo dipinto le sue paure ed i suoi turbamenti, reinterpretando il suo dolore e rendendo esso stesso fonte di guarigione.
“Attraverso la pittura fisso le mie emozioni, le fermo, le accolgo e le elaboro. Posso andare così a fondo nella mia emozione mentre dipingo che riesco a trasformarla attraverso i colori e a sentirmi subito molto meglio. Qui ho trasformato il mio covid in una farfalla colorata, vola via e mi lascia guarire per stare nella luce e nella bellezza, ho impiegato più di due ore a dipingere questa farfalla, il mio tempo per accoglierlo, trasformarlo e avviare la mia guarigione”.
Francesca